Mario Luzi, poeta
‘La poesia e la musica hanno avuto rapporti variabili, mai però paritari. Subordinata al testo poetico nella canzone e nella ballata e poi nel “recitar cantando”, la musica si è rivalsa tirannicamente nel libretto d’opera. Vera esasperazione a un fine espressivo comune si ebbe poi raramente e difficoltosamente a partire dal principio di questo secolo. È quanto si tenta di fare oggi, in una ripresa insperata di attrazione reciproca nella quale protagonisti sono, mi pare, i giovani musici. Così mi conferma di fatto Marco D’Avola col suo bell’esempio di appropriazione patetica e introspettiva del mio testo poetico; dalla quale si libera la sua propria carica inventiva con la sua volontà di piena, umana espressione; e nello stesso tempo si esalta il motivo di origine, vale a dire il senso dei miei versi. È un bell’episodio d’arte; lo è in sè e lo è anche per le promesse che contiene e, in parallelo e a paragone con altri, contribuisce ad alimentare.
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