âLa poesia e la musica hanno avuto rapporti variabili, mai però paritari. Subordinata al testo poetico nella canzone e nella ballata e poi nel ârecitar cantandoâ, la musica si è rivalsa tirannicamente nel libretto dâopera. Vera esasperazione a un fine espressivo comune si ebbe poi raramente e difficoltosamente a partire dal principio di questo secolo. Ă quanto si tenta di fare oggi, in una ripresa insperata di attrazione reciproca nella quale protagonisti sono, mi pare, i giovani musici. CosĂŹ mi conferma di fatto Marco DâAvola col suo bellâesempio di appropriazione patetica e introspettiva del mio testo poetico; dalla quale si libera la sua propria carica inventiva con la sua volontĂ di piena, umana espressione; e nello stesso tempo si esalta il motivo di origine, vale a dire il senso dei miei versi. Ă un bellâepisodio dâarte; lo è in sè e lo è anche per le promesse che contiene e, in parallelo e a paragone con altri, contribuisce ad alimentare.